Passa parola

domenica 17 ottobre 2010




Un'amica lanista quasi anonima (anzi la più lanista di tutte, visto che questa sindrome l'ha inventata lei), Ciami, ha lanciato un appello importante nel corso di questo mese dedicato alla prevenzione dei tumori al seno. Questa ragazza, che nel suo blog racconta la storia di sua madre e la sua esperienza accanto a lei nella lotta a questa malattia, ha avuto un'idea brillante e ci chiede il nostro contributo per realizzare e diffondere un libro di schemi di maglia e uncinetto da vendere per finanziare l'attività della Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori).

Se sei una designer di maglia o uncinetto, se puoi aiutare con traduzioni, impaginazione o altro, se hai idee per reperire sponsor, se hai un blog e puoi diffondere l'appello, vai su questo blog, e rispondi alla chiamata alle "armi" (probabilmente Ciami si riferiva a ferri e uncinetti) oppure aderisci direttamente su unite contro il cancro, il nuovo blog, creato appositamente per l'iniziativa.

La sardenaira

lunedì 11 ottobre 2010



In questo periodo non scrivo post su ferri e gomitoli, ma non ho smesso di lavorare (non ci posso neanche pensare): ho sui ferri dei progetti in incognito che voglio regalare a natale, quindi vi propinerò ancora un po' di ricette o di esperimenti col lievito madre.

Ieri ho fatto la sardenaira, una specie di pizza, ma ligure (di San Remo, per la precisione).

Per una teglia grande:
150 gr. di lievito madre
400 gr. di farina (metà tipo 0, metà manitoba)
sale (io ne ho messo un cucchiaino nella pasta e un pizzico nel condimento)
300 ml d'acqua
pomodori pelati (o polpa a cubetti), 1 lattina
olive taggiasche, una manciata
alici sott'olio, a piacere
uno spicchio d'aglio
una presa d'origano
olio evo
1 cucchiaino di malto di riso o d'orzo

Ho sciolto il lievito nell'acqua con un cucchiaino di malto e poi ho iniziato ad aggiungere la farina (un po' alla volta) e il sale. Ho impastato il tutto per 10 minuti sulla spianatoia, sbattendo ogni tanto la pasta sulla stessa, per favorire la lievitazione. Tracorsi i dieci minuti e ottenuta una pasta morbida ed elastica, l'ho messa a lievitare in una terrina infarinata e coperta da uno strofinaccio umido (all'interno del forno con la lampadina accesa) per 8 ore.
Passate le 8 ore ho preso la pasta, l'ho tirata con il mattarello e l'ho distesa sulla teglia (una teglia grande, 32x38cm, unta d'olio). L'ho condita con pomodoro e olio e l'ho lasciata riposare ancora un'ora vicino al forno acceso.
L'ho messa nel forno caldo a 250° e l'ho fatta cuocere per 10 minuti, quindi ho aggiunto anche le alici, le olive, l'aglio, l'origano e il sale e l'ho infornata di nuovo per altri 5 minuti, circa (sono andata un po' a occhio).

A noi è piaciuta molto, forse è venuta un po' troppo spessa, o magari avrebbe dovuto cuocere un po' di più, ma non sapeva per niente di lievito o di acido ed è molto più digeribile delle pizze tradizionali.
Il procedimento che ho usato è frutto di una contaminazione tra molte ricette che ho trovato su internet, questa per la pasta, altre per il condimento, però ho modificato tutto per adattare la ricetta ai miei gusti... come al solito.

Un primo da orsi

domenica 3 ottobre 2010



Oggi ci siamo fatti le ruote alla crema di fagioli, roba da orsi, ve lo assicuro, un po' perchè i possibili effetti collaterali non incoraggiano a cercare la compagnia, un po' perchè è un piatto nutriente, perfetto per prepararsi ai rigori invernali e al letargo. Questa ricetta è un classico in casa mia, proposta da mia madre e poi rivisitata con ancora più successo da mia sorella, rappresenta uno dei miei piatti preferiti perchè è un piatto vegetariano, gustoso, nutriente e veloce da fare.



Eccole qui:

Per 2 persone
200 gr. di ruote
1 scatola di fagioli borlotti
1 spicchio d'aglio
olio evo
alcuni cucchiai di passata di pomodoro
una spruzzata abbondante di birra chiara
3 foglie di salvia
sale e pepe

Passo i fagioli col passaverdura, faccio scaldare l'olio, l'aglio e la salvia in una pentola di coccio e aggiungo la purea di fagioli. Mescolo per qualche secondo, poi aggiungo il pomodoro (passata o concentrato) e un po' di birra. Lascio sfumare la birra, aggiusto di sale e spengo.

Il sugo è pronto. Prima di condire la pasta, se è troppo asciutto lo ammorbidisco con qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta.

Nella foto vedete una versione senza pomodoro, è buona lo stesso, ma con la passata il colore è migliore e anche il gusto ci guadagna.